🟪 🕯️🕯️Omelia II domenica di Avvento
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In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo:
«Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!».
E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all'ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: "Abbiamo Abramo per padre!". Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell'acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Fratelli e sorelle, ringraziamo il Signore per la sua Parola: è per il nostro bene, per donarci vita.
La Scrittura ravviva la nostra speranza, ma va ascoltata e accolta con perseveranza.
Abbiamo un grande privilegio: poter ascoltare ciò che Dio vuole donarci e così capire la nostra strada, come portare a pienezza la nostra esistenza.
Meditando queste Letture, soprattutto il Vangelo, ogni volta il Signore mi rivela qualcosa che mi fa bene.
La Parola di Dio è infinita e ci apre all’infinito, altrimenti rischiamo di vivere ripiegati sul passato, convinti che il futuro sia solo la sua ripetizione.
Ma non è così: la Parola ci proietta avanti, perché se oggi speriamo, questa speranza cambia già il presente.
Non è essere visionari: è credere che Dio può ancora operare meraviglie, come Maria che disse «eccomi».
Il profeta Isaia ci invita a guardare avanti: un germoglio spunterà, e noi ci prepariamo al Natale, dove nasce il vero germoglio, Cristo Signore.
In un tempo di incertezza e paura, abbiamo bisogno di parole di speranza, e la Parola di Dio ce la dona.
Diciamo anche noi: «Vieni, Signore Gesù», Re di giustizia e di pace.
Giovanni Battista, l’ultimo dei profeti, ci invita alla conversione e ci prepara al Messia.
Egli chiama a sé solo per rimandarci a Cristo.
E così anche noi siamo chiamati a passare dalla semplice religiosità alla fede viva: Eucaristia, riconciliazione, Vangelo, preghiera, comunità.
Non accontentiamoci di gesti esterni: altrimenti il Natale arriverà senza che ce ne accorgiamo.
Lasciamoci accompagnare dalla Chiesa perché, nella notte di Natale, possiamo dire: «Sì, Gesù, vieni nella mia vita e rendila nuova».
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