🟩 Vangelo e Omelia XXXIII Domenica del T.O.
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Dal Vangelo secondo Luca (21,5-19)
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro!
Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
Siamo alla fine dell’anno liturgico, un tempo in cui la Chiesa ci invita a una svolta interiore: nulla è neutrale, tutto prende forma. La lettura di Malachia ricorda che verrà un giorno di separazione, perciò siamo chiamati al discernimento: riconoscere ciò che fa bene e rifiutare ciò che ferisce. È ciò a cui richiama il Sacramento della Riconciliazione, che ci aiuta a dire sì al bene e no al male.
Il discernimento va fatto alla luce del Vangelo, sapendo che la giustizia di Dio si esprime sempre come misericordia. Vivere la lode, il ringraziamento e il servizio ci introduce nell’armonia della creazione, lontana dalla logica della rivalità. Il cristiano non si limita a evitare il male, ma cerca attivamente il bene e lo chiede nella preghiera.
Anche nelle difficoltà il Vangelo ripete: non temete, lo Spirito è con voi. Dio non abbandona mai: se si prende cura del passero, tanto più custodirà noi. Con la perseveranza, dice Gesù, salveremo la nostra vita.
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