🟩 Vangelo e Omelia XXVIII Domenica del T.O.
Dal Vangelo secondo Luca 17,11-19
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse:
«Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».
Gesù li manda dai sacerdoti — gesto che si compiva solo dopo la guarigione — e proprio mentre vanno, vengono guariti.
Ma solo uno torna indietro, un samaritano, per ringraziare e lodare Dio.
Si prostra davanti a Gesù e ottiene non solo la guarigione, ma la salvezza: “La tua fede ti ha salvato.”
Gesù non ci vuole prostrati, ma in piedi, liberi, per annunciare con la vita la salvezza ricevuta.
Fratelli e sorelle, se la mia vita non parla agli altri, non ho sperimentato la salvezza.
Non bastano le parole: serve una vita rinnovata, contagiosa, come quella del lebbroso guarito.
Prima contagiava morte, ora diffonde salvezza.
Questa è la fede cristiana: testimoniare con occhi luminosi, un sorriso sereno, la gioia di chi ha incontrato il Salvatore.
Gesù chiede: “Gli altri dove sono?”
Anche noi spesso cerchiamo solo benefici, ma dimentichiamo di ringraziare.
Come il samaritano, torniamo a Gesù, riconosciamolo come il Salvatore e lasciamoci trasformare dalla sua salvezza, che vale più di ogni guarigione fisica.
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