🟩☀️ Omelia XIX Domenica del tempo ordinario
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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno.
Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.
Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!
Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».
Fratelli e sorelle, vi condivido un segreto che ha cambiato la mia vita: se ci limitiamo ad ascoltare la Parola di Dio solo durante la Messa, sarà difficile comprenderla e ricordarla.
Per questo è importante leggere e meditare le letture prima, così quando vengono proclamate nell’Eucaristia acquistano un significato più profondo e l’omelia diventa più incisiva.
Dio ci ha scelti, non siamo stati noi a scegliere Lui. Come ricorda il Vangelo di Giovanni: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi… perché portiate frutto”.
La nostra gioia nasce dal portare frutto; senza, restiamo vuoti.
È un cammino di fiducia: Abramo, padre della fede, disse sì a un Dio che non conosceva, lasciò tutto e credette alle sue promesse, pur senza vederle realizzate.
Così anche Gesù, soprattutto sulla croce, si fidò completamente del Padre, credendo che non lo avrebbe abbandonato: questa fiducia lo condusse alla Risurrezione.
La Lettera agli Ebrei ci ricorda: “La fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede”.
Il Vangelo di oggi ci incoraggia: “Non temere, piccolo gregge, al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno”.
Il Regno di Dio è già presente in mezzo a noi e riempie la vita di chi si fida.
Come Gesù, siamo chiamati a vivere per gli altri, senza incrociare le braccia, donando vita fino alla fine.
Così, quando Egli verrà, potremo dirgli: “Benvenuto, ti aspettavo” e partecipare alla festa eterna con lo Sposo nella sala di nozze.
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