☀️ Omelia Mercoledì della XIX settimana del tempo ordinario

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Dal Vangelo secondo Matteo                                                         18,15-20

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.

In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.

In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro». 


Il Deuteronomio si conclude con la morte di Mosè: fine di un’epoca. 

Dopo aver guidato il popolo dall’Egitto per 40 anni, può solo contemplare la Terra Promessa dal monte Nebo senza entrarvi. 

Non è un’ingiustizia: Mosè non è Dio, ma servo fedele. 

Morì “con gli occhi non spenti e il vigore intatto”, vivo fino alla fine, perché affidato a Dio.

La sua morte fu come un bacio che lo rapì presso il Signore.

Il Salmo invita a narrare le meraviglie di Dio e a riconoscere la dignità ricevuta nel battesimo come re, profeti e sacerdoti.

Nel Vangelo (Mt 18), Matteo parla della cura reciproca nella comunità. 

Non siamo isole: l’Eucaristia si celebra insieme, come un solo corpo. 

Se un fratello pecca, Gesù indica tre passaggi: parlargli in privato; se non ascolta, coinvolgere uno o due testimoni; infine, dirlo alla comunità. 

Lo scopo non è condannare, ma custodire il fratello e la comunità, esercitando la carità.

La correzione fraterna ci mantiene vivi nella fede e ci rende simili al Padre che ha a cuore tutti. 

Tutto ciò che legherete sulla terra sarà legato in cielo… se due di voi si accorderanno… il Padre lo concederà”. 

Spesso non accade perché manca la comunione. 

Essere “riuniti nel nome di Gesù” significa vivere in sintonia con Lui, desiderando il bene che desidera Dio.

Il segreto è coltivare una relazione personale e profonda con Cristo: due innamorati di Gesù sono già in sintonia, chiedono la stessa cosa e il Padre esaudisce, perché è Gesù stesso a pregare in loro.


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