☀️ Omelia Martedì della XIX settimana del tempo ordinario
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Dal Vangelo secondo Matteo 18,1-5.10.12-14
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?».
Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse:
«In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.
Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.
Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».
In questi giorni stiamo ascoltando in abbondanza la Parola di Dio.
Essa è sempre ricca: possiamo scegliere di ascoltarla, riascoltarla e, col tempo, comprenderla.
Il Deuteronomio racconta il passaggio di consegne tra Mosè e Giosuè: Mosè, guida del popolo dall’Egitto, non entrerà nella Terra Promessa, ma Dio assicura che Giosuè avrà lo stesso spirito.
Come Mosè attraversò il Mar Rosso, così Giosuè guiderà il passaggio del Giordano.
Il Signore incoraggia: “Sii forte, non temere, io cammino davanti a te”.
Il Salmo ricorda che Dio guida la nostra vita e ci invita a fare memoria delle meraviglie ricevute, a raccontarcele e a ringraziare, persino all’inizio della Confessione.
Nel Vangelo, alla domanda “Chi è il più grande nel regno dei cieli?”, Gesù prende un bambino e dice: “Se non diventerete come bambini, non entrerete nel regno”.
Non è un invito all’ingenuità, ma a riconoscere la nostra dipendenza da Dio e dagli altri.
Il vero grande è chi si fa piccolo e accoglie i piccoli, cioè gli esclusi, in cui si incontra Gesù.
Matteo esorta i responsabili e l’intera comunità a prendersi cura di tutti.
Come il pastore lascia le novantanove pecore per cercare quella smarrita, così il Padre non vuole che nessuno si perda.
Non ci si salva da soli: siamo chiamati a sostenerci e ad avere cura reciproca, affidandoci alla guida del Signore e alla mediazione delle persone che Egli ci pone accanto.
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