⬜️ OMELIA VI DOMENICA DI PASQUA

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Dal Vangelo secondo Giovanni                                                                                             14,23-29

In quel tempo, Gesù disse [ai suoi discepoli]:

«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.

Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».

 

 

Il Vangelo di Giovanni, insieme alle letture degli Atti e dell’Apocalisse, ci offre una visione ricchissima della salvezza e della vita cristiana. 

Il concilio di Gerusalemme (Atti 15) afferma che la salvezza è per tutti, non solo per chi osserva la Legge mosaica, ma per chi crede in Gesù. 

È lo Spirito Santo a guidare la Chiesa in questa apertura verso i pagani: Dio è il Dio di tutti.

 

Il Salmo ci invita a diventare riflesso della benedizione di Dio, così che anche i lontani possano riconoscere in noi la sua presenza. 

 

L’Apocalisse ci presenta la Gerusalemme celeste, simbolo delle nozze tra Dio e l’umanità, segno che il nostro cammino terreno è un tempo di preparazione a questa unione definitiva con Cristo, lo Sposo.

 

Gesù, nel Vangelo, promette lo Spirito Santo, che non porta novità, ma ci insegna e ci ricorda tutto ciò che Lui ha detto. 

È attraverso l’osservanza della Parola che diventiamo dimora di Dio: tabernacoli viventi, capaci di rendere visibile Dio agli altri.

 

La vita cristiana è quindi un cammino sponsale con la Parola. 

Non è un peso, ma un desiderio quotidiano di comunione con l’Amato. 

Accogliere lo Spirito Santo ci dona la vera pace, la presenza viva del Risorto, che ci custodisce anche nel dolore. 

Così, lasciandoci guidare dallo Spirito, il seme della Parola cresce in noi e porta frutto per gli altri.


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