⬜️🐑 OMELIA IV DOMENICA DI PASQUA

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Dal Vangelo secondo Giovanni                                                                                             10,27-30

In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.

Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.

Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».

 

Nel cuore del tempo pasquale, la Domenica del Buon Pastore ci offre una parola di grande consolazione. 

Cristo non è risorto per sé, ma per noi: ci ha donato non solo la sua umanità ferita, ma anche la sua divinità gloriosa. 

Siamo saldamente nelle mani di Dio, e nulla può strapparci da Lui.

 

Gesù ci chiama pecore sue, affidate dal Padre. 

Nessuno è più grande di Dio, e Gesù, una cosa sola con il Padre, ci custodisce con un amore infinito.

Non sono parole belle: è il fondamento della nostra fede.

 

«Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono» (Gv 10,27): è il cuore della vita cristiana. 

Tutto parte dall’ascolto. Se ascoltiamo davvero, il cuore si apre e la vita cambia. 

Ma se ci riempiamo di parole vuote, diventiamo duri, indifferenti, incapaci di amare. 

La Parola di Dio è il balsamo che trasforma il cuore di pietra in cuore di carne.

 

Pietro disse: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna». 

Prima si crede, poi si sperimenta. 

La conoscenza che Gesù ha di noi è amore profondo, è relazione viva. 

Solo così possiamo seguirlo: perché ci ha conquistati.

 

E allora la sequela nasce dal cuore. 

Gesù ci dà la vita eterna, ci rassicura: siamo custoditi nel suo amore e in quello del Padre. 

Vivere da cristiani è entrare ogni giorno in questo amore, con l’aiuto dello Spirito Santo.


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