🟩 OMELIA VIII DOMENICA DEL T.O.

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Dal Vangelo secondo Luca                                            6,39-45   

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:

«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.

Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: "Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio", mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.

Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d'altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L'uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda».

 

Questo Vangelo sembra in contrasto con quelli precedenti sulle beatitudini e sull’amore per i nemici, ma in realtà ne offre la chiave di lettura. 

Gesù ci invita a riconoscere la nostra cecità spirituale: solo chi ammette di essere cieco può essere guarito. 

Troppo spesso ci ergiamo a maestri, convinti di essere nella verità e di poter giudicare gli altri, ma il vero discepolo è chi segue l’unico Maestro, Cristo.

 

Non è un problema essere fragili o peccatori; il problema è non riconoscerlo. 

Gesù è venuto a guarire il nostro cuore perché da esso sgorga ogni nostra azione. 

Se il cuore è custodito dallo Spirito Santo, i frutti della nostra vita saranno buoni e belli. 

Non dobbiamo sforzarci di apparire giusti, ma prenderci cura della nostra interiorità.

 

La Quaresima non è una corsa ai gesti esteriori, ma un tempo per lasciarsi trasformare da Dio. 

Solo così il nostro cuore sarà dimora del Suo amore, e ciò che esprimeremo con la bocca e con la vita sarà testimonianza autentica della fede.


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