🟩 OMELIA VI DOMENICA DEL T.O.

 🟩🟩🟩🟩🟩🟩🟩🟩🟩🟩🟩🟩🟩🟩🟩🟩🟩

ASCOLTA L’AUDIO                   LEGGI IL TESTO

Dal  Vangelo secondo Luca                                                            6,17.20-26                                                                                             

In quel tempo, Gesù, disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne.

Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:

«Beati voi, poveri,

perché vostro è il regno di Dio.

Beati voi, che ora avete fame,

perché sarete saziati.

Beati voi, che ora piangete,

perché riderete.

Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell'uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.

Ma guai a voi, ricchi,

perché avete già ricevuto la vostra consolazione.

Guai a voi, che ora siete sazi,

perché avrete fame.

Guai a voi, che ora ridete,

perché sarete nel dolore e piangerete.

Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».

 

 

Il Vangelo secondo Luca presenta le beatitudini in una versione diversa da quella di Matteo. 

Gesù, rivolgendosi ai suoi discepoli, proclama beati i poveri, gli affamati, quelli che piangono e i perseguitati, promettendo loro consolazione e ricompensa nel Regno di Dio. 

Al contrario, ammonisce i ricchi, i sazi e coloro che ricevono solo lodi, avvertendoli del rischio di perdere la vera vita.

 

Per comprendere appieno queste parole, dobbiamo inserirle nel contesto della Liturgia della Parola.

Il profeta Geremia ci propone due vie: quella della benedizione e quella della maledizione. 

Dio benedice sempre, ma l’uomo può scegliere di seguirlo o di confidare solo in sé stesso, allontanandosi dalla sorgente della vita.

Il Salmo ribadisce questo concetto: l’uomo è beato se ascolta la Parola di Dio, perché essa lo nutre e lo rende saldo come un albero piantato lungo corsi d’acqua.

 

Le beatitudini sono rivoluzionarie, perché capovolgono la logica umana: mentre il mondo esalta ricchezza e successo, Gesù proclama beati coloro che vivono nella precarietà e nella fiducia in Dio. 

I guai che egli pronuncia sono un invito a svegliarsi, a non vivere in superficie, perché solo nelle difficoltà si comprendono le domande essenziali della vita.

 

La forza per vivere le beatitudini viene dalla speranza nella risurrezione: sapere che la nostra destinazione è l’eternità ci libera dall’attaccamento ai beni terreni. 

Così possiamo vivere da pellegrini, appartenendo a Cristo, che ha donato la vita per noi.

Commenti

Post più popolari