🟩 OMELIA III DOMENICA T.O.

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Dal Vangelo secondo Luca                                                                                             1,1-4;4,14-21

Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.

In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.

Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:

«Lo Spirito del Signore è sopra di me;

per questo mi ha consacrato con l’unzione

e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,

a proclamare ai prigionieri la liberazione

e ai ciechi la vista;

a rimettere in libertà gli oppressi,

a proclamare l’anno di grazia del Signore».

Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». 

 

Abbiamo veramente ascoltato la Parola del Vangelo? 

Ogni volta che lo facciamo durante la Liturgia, se prestiamo fede, questa Parola si realizza, cambia la nostra vita e ci trasforma in servitori della Parola, come fece Maria. 

Dopo l’Annuncio dell’Angelo, Maria, gravida della Parola, corre da Elisabetta, portando gioia. 


L’Evangelista Luca, pur non essendo Apostolo, ci dona un Vangelo solido e fondato grazie alle sue ricerche, trasmettendo anche i racconti dell’infanzia di Gesù, dalla prospettiva di Maria.

La Parola di Dio non è un libro qualunque, ma una persona viva, il Signore Gesù stesso.

“La Scrittura cresce in chi la legge” afferma San Gregorio Magno.

“L'ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo” scrive San Girolamo.

Questo emerge anche nel libro di Neemia, dove il popolo, tornato dall’esilio, ascolta commosso la Legge perduta e ritrovata, ricevendo luce per rileggere la propria storia e orientare la vita.

 

Nel Vangelo di Luca, Gesù proclama e realizza la Parola, perché è Lui stesso la Parola fatta carne. 

La Bibbia non si legge soltanto: si assimila, come l’Eucaristia, poiché la Chiesa ci nutre ogni giorno con la Mensa della Parola e quella del Pane. 

La Domenica della Parola non è un evento isolato, ma un invito quotidiano a incontrare il Signore, amandolo e ascoltandolo.

 

Francesco d’Assisi, già nel 1200, metteva sullo stesso piano la Parola di Dio e l’Eucaristia, perché entrambe ci conducono a Cristo. 

Anche noi, ricolmi dello Spirito, siamo chiamati a mettere la Parola al centro della nostra vita, lasciandoci trasformare da essa.



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