🟩 OMELIA XXV DOMENICA DEL T.O.

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Dal Vangelo secondo Marco

Mc 9, 30-37

 

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.

Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».

E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

 

Fratelli e sorelle, se domenica scorsa eravamo distratti alla lettura del Vangelo, oggi ci viene ripetuto chiaramente. 

Dopo il primo annuncio della passione nel capitolo 8 di Marco, nel capitolo 9 abbiamo il secondo, e poi il terzo nel capitolo 10. 

Gesù annunciava sempre la sua Passione, Morte e Risurrezione, il cuore della sua missione. 

Ci invita a vivere anche noi la nostra Pasqua, seguendo il suo esempio.

L'Ottavo centenario delle Stimmate di San Francesco è stato una sorta di Pasqua per lui, ma la vera Pasqua la farà nel giorno della sua morte.

Così anche noi, portando le nostre croci, seguiamo Gesù.

Le croci della vita non risparmiano nessuno, ma portandole con Lui, diventano vivibili e trasformano la nostra vita.

Gli Apostoli, nonostante le incomprensioni, ci dimostrano che reagire, anche in modo sbagliato, è meglio che non reagire affatto. 

Anche loro volevano bene a Gesù, pur non capendo pienamente la croce. 

C'è un tempo personale per ciascuno di noi per accogliere la parola del Vangelo e perseverare nella sequela.

Infine, la grandezza vera è nell'umiltà e nel servizio. Gesù ci invita a capovolgere il nostro modo di cercare la felicità, aprendoci come i peccatori e i piccoli. 

Solo attraversando la stretta porta della croce possiamo sperimentare la bellezza della risurrezione.



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