🟩 OMELIA XIV DOMENICA T.O.

 🟩🟩🟩🟩🟩🟩🟩🟩🟩🟩🟩🟩🟩🟩🟩🟩🟩

ASCOLTA L’ AUDIO           LEGGI IL TESTO


Dal Vangelo secondo Marco
Mc 8, 27-35


In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti».
Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.

 E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.

Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».

Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà».



Domenica scorsa abbiamo ascoltato il Vangelo della guarigione del sordomuto e ci siamo detti che ciascuno di noi deve identificarsi con lui, per far sì che la parola del Vangelo cambi la nostra vita. Siamo tutti in chiesa perché abbiamo bisogno di essere guariti dal Signore.

Oggi, ventiquattresima domenica del tempo ordinario, il Vangelo prosegue questo percorso. 
Pietro riconosce che Gesù è il Cristo, ma non comprende ancora pienamente: ha difficoltà ad accogliere un Messia crocifisso. 
Spesso anche noi, come Pietro, cerchiamo un Cristo che risolve i nostri problemi, piuttosto che conoscere Gesù crocifisso per amore.

Il Vangelo ci invita a seguire Gesù, non secondo ciò che pensiamo noi, ma secondo la sua identità. 
Gesù ci propone tre passaggi fondamentali: rinnegare se stessi, prendere la propria croce e seguirlo. 

La croce, che possiamo accogliere o meno, fa parte della nostra vita, ma viverla con Gesù dà senso e forza.
I Santi ci insegnano che la croce non è solo sofferenza, ma amore e fiducia nel Padre. 
Gesù l’ha portata con amore, obbedienza e consapevolezza che Dio era sempre con Lui. 

Anche noi siamo chiamati a portare le nostre croci con amore, seguendo l’esempio dei Santi, e soprattutto di Gesù. 
Solo donando la vita per gli altri, scopriremo il vero significato della vita eterna.

Commenti

Post più popolari